Cos’è e dove si applica l’ “internet delle cose”? Dalle utility alla sanità, dalla produzione alla pubblica amministrazione sono ormai molti i settori e ambiti lavorativi interessati dall’innovazione tecnologica dell’IOT (internet of things), Internet delle cose è un neologismo utilizzato in telecominicazioni, un termine di nuovo conio (utilizzato la prima volta da Kevin Ashton, ricercatore presso il MIT, Massachussets Institute of Technology), che nasce dall’esigenza di dare un nome agli oggetti reali connessi ad internet.
L’internet delle cose (o in lingua originale “Internet of Things”) trova sempre più consenso e rappresenta sempre più una occasione di sviluppo. Aumentano i dispositivi connessi, e c’è una forte fiducia in Italia verso le tecnologie IOT (abbreviazione per Internet of Things) più consolidate e resistenza a provare l’ Internet delle cose più innovativo.L’evoluzione di internet ha esteso internet stesso ad oggetti e luoghi reali (“cose” appunto), che ora possono interagire con la rete e trasferire dati ed informazioni (da qui la forte relazione tra Big Data, Analytics e Internet of Things). L’oggetto interagisce con il mondo circostante, in quanto è dotato di “intelligenza”, ovvero reperisce e trasferisce informazioni tra rete internet e mondo reale.In questo modo può essere data una “identità elettronica” a tutto ciò che forma il mondo che ci circonda, attraverso, ad esempio, Rfid (Identificazione a radio frequenza) ed altre tecnologie (come il più noto il QR code). Ma vediamo che cos’è e a cosa serve l’Internet delle cose? Gli oggetti connessi nel mondo attraverso questa nuova tecnologia sono ormai svariati miliardi, e nuovi ambiti lavorativi e l’economia ne vengono influenzati. Prima di rispondere a questa domanda, occorre considerare che questo fenomeno è presente da molto più tempo rispetto al momento in cui è stata coniata questa definizione. Gli utenti che hanno oggetti riconducibili all’Internet delle cose, come braccialetti o orologi intelligenti, spesso non sanno di poter dire di utilizzare un oggetto dell’IOT (ovvero connesso). Da alcuni studi sull’internet delle cose emerge come molti italiani non sappiano cosa sia realmente l’Internet of Things, pur avendo con sè dispositivi che si basano su questa nuova tecnologia.L’internet delle cose associa il tema di Intenet con gli oggetti reali della vita di tutti i giorni, oggetti (e dispositivi) che saranno sempre più connessi e che stanno dando vita a una rete ancora più fitta di presenza sul territorio e in tutti gli ambienti che necessitano di controllo, automazione e rilevamento. Alcuni esempi sono: termostati; videocamere; rilevatori di luminosità; rivelatori di umidità; orologi; wearable (oggetti da indossare, come braccialetti connessi e orologi); sensori ambientali e territoriali. Tutti oggetti “intelligenti” che sono chiamati a comunicare in una forma sempre più interconnessa. In ambito cittadino ad esempio un rilevatore collocato in una strada può controllare i lampioni e segnalare se la lampada funziona, ma lo stesso rilevato potrebbe, se adeguatamente attrezzato, segnalare anche informazioni sulla qualità dell’aria o sulla presenza di persone. Un altro ambito di crescita fondamentale è rappresentato dai” system integrator” e delle società di consulenza. IOT vuol dire integrazione e apre importantissime prospettive in termini di rivisitazione dei sistemi informativi aziendali. Anche da questo punto di vista rappresenterà una importante occasione di sviluppo. Dal frigorifero di casa, all’orologio, al semaforo, tutti possono essere considerati esempi di IoT. L’importante è che questi oggetti siano connessi alla rete, e che abbiano la possibilità di trasmettere e ricevere dati. In questo modo, questi oggetti diventano “intelligenti”, e possono attivarsi e disattivarsi “da soli” e secondo le necessità. Ad esempio, in Svizzera esistono semafori intelligenti, che diventano verdi quando “vedono” che una macchina e vicina al semaforo, e che dall’altro lato non sta passando nessuna macchina. Almaviva lancia la prima piattaforma italiana per l’Internet delle cose. La nuova piattaforma tutta italiana si chiama Giotto, e riesce a connettere diversi dispositivi e farli interagire tra loro e con le persone, i servizi e le applicazioni. la possibilità di dare vita ad un numero crescente di oggetti “intelligenti” attraverso la Rete e di riuscire a coordinarli fra loro facendo leva su quella tecnologia di tipo Cloud. In informatica con il termine inglese “cloud computing” si indica un paradigma di erogazione di risorse informatiche, come l’archiviazione, l’elaborazione o la trasmissione di dati che consente ormai l’archiviazione di una quantità di informazioni e dati pressoché infinita e di connettere tra loro applicazioni apparentemente prive di ogni correlazione. I settori più interessati da applicazioni di IOT sono la Smart Home, lo Smart Building, la Smart City e la Smart Mobility, ma anche, e da molto tempo, lo Smart Manufacturing. Nell’ambito dell’energia è molto diffuso lo Smart Metering mentre nel mondo della mobilità nuove opportunità sono in arrivo nell’ambito delle Smart Car. Domotica (ovvero la tecnologia applicata alle case, per gestire ad esempio frigoriferi, lavatrici, il telefono, etc.) Robotica (ovvero ingegneria e tecnologia che permettono ai robot di “prendere vita”, ovvero di far fare ai robot compiti oggi svolti dagli esseri umani) Avionica (ovvero la tecnologia applicata agli aeromobili ed al pilotaggio, come ad esempio sistemi di comunicazione sugli aerei, autopilota, etc.).Siamo già seduti sulla poltrona del terzo millennio!!!