Criminali di tutto il mondo continuano ad approfittare di Internet per rubare marchi(Brand) ben noti per scopi illegali cioè delinquono con la tecnica denominata “Brandjacking.” Per i non addetti ai lavori il brand è identità, primario strumento di differenziazione tra offerte in competizione sul mercato. Il Brand è la marca, un prodotto viene reputato di marca non per il logo, ma per l’opinione che il mercato ne ha e per lo status che conferisce al proprietario. Il Brand è lo specchio della reputazione aziendale nel mercato; I “ladri di brand” sfruttano la confusione dei mercati finanziari per colpire i consumatori più vulnerabili e tali truffe online continuano ad essere abbastanza sofisticate e difficili da individuare per l’ignaro utente di Internet.
La tecnica è quella di sfruttare per le frodi nuovi mezzi come blog e siti di social media per trovare le vittime, utilizzando una vasta gamma di tecniche per le truffe che oscillano dallo spam al cybersquatting (occupazione abusiva dei domini) al phishing. I dati delle statistiche confermano infatti un forte incremento – 36% in un solo trimestre – del numero delle frodi come gli attacchi di phishing, così come dei casi di cybersquatting, dove i truffatori registrano domini che combinano false istituzioni finanziarie e brand al ritmo di più di un dominio al giorno. Non appena l’andamento dell’economia è peggiorato negli ultimi mesi, riscontriamo che alcuni artisti della truffa hanno sfruttato le paure e le incertezze finanziarie dei consumatori e si sono precipitati a falsificare i marchi più conosciuti per il loro profitto, di quello che sta succedendo , o di come il fenomeno può incidere sulla loro attività. In aggiunta ai mancati introiti da parte dei clienti che non raggiungono mai il vero sito, le aziende possono anche ritrovarsi con la reputazione del loro marchio irrimediabilmente danneggiata.La normativa italiana si ispira in gran parte alle omologhe e collaudate procedure introdotte da ICANN per i domini .org, .net e .com, meglio conosciute come MAP (Mandatory Administrative Proceedings). A differenza delle norme ICANN,( http://www.icann.org/tr/italian.html) quelle italiane non proteggono solo i marchi ed i segni distintivi, ma si estendono anche ai nomi propri. Così come quelle ICANN, le procedure italiane sono condotte da enti autonomi, abilitati dalla Naming Authority, presso i quali sono costituite liste di esperti con il compito di valutare se un nome a dominio contestato sia stata o meno registrato in mala fede a danno di chi ne aveva invece diritto. In caso positivo, il nome a dominio viene trasferito a chi lo ha contestato.Un caso è la vendita di prodotti farmaceutici falsi, questo è l’indotto imponente dell’industria del farmaco falso, che grazie alle vendite online sta decollando. Quale utente di internet non ha mai ricevuto nella propria casella elettronica un e-mail avente per oggetto promesse di varia natura riguardo farmaci di ogni tipo: utilizzare lo spam per vendere falsi farmaci è una prassi sempre più diffusa,questo è un caso brandjacking, ovvero la prassi di vendere prodotti “farmaceutici contraffatti”, senza per altro alcuna attenzione nei riguardi della privacy dei consumatori e nella protezione dei loro dati personali; E intanto si iniziano a registrare i primi decessi a causa di questo commercio criminoso. Spesso si tratta di business apparentemente provenienti dagli Usa o dal Canada, ma la cui vera sede commerciale è in Paesi come la Cina o la Russia.Ma come proteggersi da questo commercio,la prima regola, valida per altro nel caso di qualsiasi prodotto, è avere l’accortezza di controllare i se sono troppo scontati. Inoltre occorre che ci sia sempre un’apposita certificazione da parte del National Association of Boards of Pharmacy.