Cyber-droga: lo sballo diventa virtuale

Mai sentito parlare della musicoterapia?
Se le note possono fare bene e in qualche modo guarire, ora possono anche “sballare”.
L’evoluzione negativa della musica che cura si chiama “cyber-droga”, un fenomeno nuovo in Italia, ma che potrebbe dilagare senza controllo, del traffico su Internet di “note allucinogene”.
Si tratta di particolari brani musicali e sequenze sonore, che hanno effetti simili a quelli delle droghe tradizionali, su internet si trovano, gratuitamente e senza limitazioni, sia i file audio “stupefacenti” sia il software per l’ascolto.   Il sito pioniere del settore è www.i-doser.com.
Le “i-dose” (la radice del nome è la stessa di i-phone e i-pod) consistono in onde sonore che viaggiano su frequenze molto basse, fra 3 e 30 Hertz, tecnicamente sono infrasuoni.
Agiscono direttamente sul cervello, sollecitandolo e provocando reazioni che vanno dall’eccitazione al rilassamento.
Gli stessi effetti delle droghe, di cui questi file portano il nome, a seconda, appunto, del risultato: “cocaina”, “marijuana”, “effetto orgasmico” e così via.
L’effetto di stordimento è amplificato se questi suoni si ascoltano con le cuffie, al buio, in tranquillità e associati a musiche particolari e magari all’assunzione di alcolici.
I reali danni alla salute delle cyber droghe e il rischio di dipendenza sono ancora tutti da verificare, per ora le i-dose vengono regalate sul web o cedute a un prezzo simbolico.
A differenza delle droghe possono essere “consumate” e poi passare di mano in mano. Ma c’è già qualcuno che vende il lettore mp3 che contiene le “dosi” audio e chi propone a pagamento i propri suoni, perché particolarmente efficaci e di qualità.
Il mercato quindi è come quello della coca o dell’hashish: la prima dose, per provare, è gratis, poi il cliente diventa affezionato ed è disposto a pagare.
Sui siti specializzati si trovano anche le istruzioni per l’uso e i commenti di chi ha già preso il prodotto, con consigli sulle tecniche di somministrazione e descrizioni entusiaste delle sensazioni che si provano.
Lo “sballo” del futuro è virtuale dalle sostanze naturali a quelle sintetiche, fino alla deriva attuale: le sostanze virtuali o cyber-droghe.
Non è fantascienza, ma realtà già da qualche anno il fenomeno è nato negli Stati Uniti e sta sbancando in Europa, dove ha avuto molto successo  soprattutto in Spagna, per poi diffondersi in modo rapido anche negli altri paesi, Italia compresa.
L’allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni.
Le community online, infatti, sono i luoghi di spaccio della cyber-droga, che riproduce gli effetti delle sostanze tradizionali, ma è ovviamente diversa per la modalità di somministrazione. Non va nè ingerita, nè inalata, tantomeno fumata, basta scaricare il software I-Doser, rilassarsi e indossare le cuffie.
Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3. Agiscono sulle onde a bassa frequenza – soprattutto quelle che vanno dai 3 ai 30 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello.
L’orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche. Proprio perchè gioca con diverse lunghezze d’onda e perchè fatto di suoni impercettibili, se ascoltati da un solo orecchio, i file non producono alcun effetto,di qui la necessità delle cuffie.
Come qualsiasi mp3, i file droganti sono recuperabili attraverso i programmi peer to peer o in alcuni siti appositamente creati.
Lo spaccio virtuale segue gli stessi meccanismi di quello convenzionale, all’inizio viene regalato come una dose tradizionale, scaricare i file è quindi gratuito; dopo, per procurarsela bisogna pagare. “E su questo si può immaginare anche una speculazione del crimine organizzato, sebbene ci sia una fondamentale differenza rispetto alle droghe tradizionali: le dosi virtuali sono utilizzabili più volte”.
E ancora diversamente dal mercato convenzionale delle droghe, non esistono divieti per l’I-Doser, che è dunque legale in quanto non regolamentato.
Per ora non è stato accertato quali danni possa arrecare la cyber- droga, nè se dia dipendenza, il fenomeno è agli albori, ma potrebbe diventare un nuovo fenomeno sociale. La fabbrica delle emozioni artificiali che ha sfornato distruzioni sintetiche come LSD, extasy e crack, con la cyber-droga sfida il terzo millennio; e gli utenti in cerca della loro dose di sballo virtuale non mancano che si farebbe largo anche in Italia dove su Internet giovani scaricano «dosi» e istruzioni per l’uso.
Il sistema funziona sulla base dei cosiddetti battiti binaurali (dall’inglese: binaural beats) sperimentati sul cervello negli anni Settanta dal dr. Gerald Oster alla clinica newyorkese Mount Sinai, e che consistono nell’applicare frequenze herziane diverse ai due orecchi per stimolare il cervello a seconda della loro intensità.
Alcuni studi, svolti ormai più di trent’anni fa, hanno verificato che, se il cervello è sottoposto a stimoli (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza è quella di sincronizzarsi.
Il processo viene chiamato appunto brainwave synchronization o entrainment.
Le frequenze cerebrali vanno da 1 a 4 Hz per il livello Delta, quello del sonno profondo, fino ad un massimo di 30Hz allo stato vigile che corrisponde alla frequenza Beta, passando per Theta e Alfa, uno stato quest’ultimo di semiveglia usato nei sistemi di Controllo Mentale perche’ consente di sincronizzare i due emisferi potenziando l’attivita’ cerebrale.
1. Onde Alfa: (8-12 Hertz), sono tipiche della veglia ad occhi chiusi, dell’attenzione rilassata.
2. Onde Beta: (14-40 Hertz) si registrano nello stato di veglia cosciente.
3. Onde Delta: (0,5-4 Hertz) caratterizzano gli stadi 3 e 4 del sonno profondo.
4. Onde Theta: (5-8 Hertz) possono essere rintracciate nella trance, nell’ipnosi, nei sogni diurni profondi, nei sogni lucidi, negli stati preconsci prima del risveglio e poco prima di addormentarsi.
5. Onde Gamma: (26-100 Hertz) sono associate ad attività mentali superiori.

Le dosi proposte da I-Doser si ottengono applicando, con auricolari, alte frequenze asincrone ai due orecchi, per esempio 500 e 510 Hz rispettivamente, causando nel cervello un tono di 10 Hz cioe’ in pieno livello Alfa e favorendo cosi’ gli effetti di alterazione della percezione”.
Per diventare “tossici 2.0” basta scaricare le dosi virtuali – da siti come lo stesso www.i-doser.com – e ascoltarsele in santa pace; l’effetto varia a seconda del tipo di dose scelta: una diversa frequenza corrisponde ad una determinata droga o bevanda in quanto agisce su determinati recettori del cervello.
Per stordirsi, perdere conoscenza o provare emozioni da «sballo» basterebbero particolari brani musicali e sequenze sonore.
Le nuovi «dosi» non hanno la forma di pasticche né sono confezionate in tradizionali bustine, niente più spinelli, siringhe, sniffate o bevute: per chi non può fare a meno di dipendere da qualche sostanza, la nuova droga virtuale che si assume attraverso infrasuoni basati su onde radio.
Quello che dovrebbe far pensare è che la tecnica usata nelle cyber-droghe, è molto versatile: una frequenza sub-sonica, non si percepisce, e quindi può essere inserita nei messaggi vocali, nelle suonerie dei cellulari (distribuite gratuitamente o acquistabili per pochissimi euro!), nei brani musicali, mischiata all’audio televisivo, ecc.
Lo sa molto bene anche la “radionica”: la tecnica di riequilibrio energetico che nasce agli inizi del secolo scorso. Il grande pioniere britannico George de la Warr , la definiva come: “la scienza che studia l’azione della mente sulla materia e l’unione di tutte le cose”
Non è fantascienza, ma realtà il problema è serio e dell’argomento della droga virtuale si sono  occupati i mass-media  e la Guardia di Finanza e il fenomeno sta al vaglio di studi, ma nel frattempo invito i lettori a non cadere nella tentazione della curiosità… in attesa che la scienza si esprima anche su questo nuovo e singolare cyber-fenomeno.

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